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LA PRIMA GUERRA MONDIALE

 


Un racconto di fantasia dedicato ai soldati che durante la prima guerra mondiale hanno deciso di offrire  la loro vita per donarci un futuro migliore.


LA CANZONE DEGLI ALPINI


In una fredda notte di trincea durante la Prima Guerra Mondiale, quattro amici soldati del corpo degli Alpini si riunirono attorno a una piccola lanterna. 

L’aria era gelida e il fragore delle armi lontane creava un’atmosfera di tensione nel campo. Ma tra loro c’era un legame indissolubile che li teneva uniti come fratelli.

Giovanni, con il suo cappello da alpino calato sulla fronte, prese un pezzo di carta e una matita. Guardò i suoi amici con determinazione e disse: “Ragazzi, dobbiamo scrivere qualcosa che ci ricordi chi siamo e cosa stiamo vivendo in questo momento.”

Luca, con i suoi occhi vivaci e la risolutezza tipica di un alpino, annuì. “Hai ragione, Giovanni. Dobbiamo trovare le parole giuste per raccontare la nostra storia.”

Così, Giovanni, Luca, Mario e Sandro seduti in cerchio, iniziarono a scrivere il testo di una canzone che catturasse l’anima dei soldati nelle trincee, le loro speranze e i loro desideri.



LE VOCI DEGLI ALPINI


Tra le vette e le trincee, noi Alpini marceremo, con coraggio e fierezza, la nostra strada faremo.

La guerra ci chiama, ma nell’anima resterà, il sogno di tornare a casa, dove la pace regnerà.

In questa notte fredda, tra ombre e spari lontani, noi amici uniti, sfidiamo tempi disumani.

Nelle stelle là in alto, i nostri sogni brillano, di un mondo senza guerra, come luci scintillano.

Le montagne ci chiamano, la patria ci attende, ma il presente è amaro e la paura si fende.

Affrontiamo insieme ciò che il destino ci ha dato, nel cuore la speranza, che un giorno torneremo dal passato.

Ora scriviamo queste parole nel buio della notte, come un fuoco che brucia, la nostra fede in un mondo senza lotte.

Attraverso il fango e il freddo, noi marceremo avanti, nell’attesa di un domani, dove la pace ci attenderà tutti quanti.



Terminato il testo, guardandosi negli occhi, sapevano di aver creato qualcosa di speciale. 

Una canzone che avrebbe raccontato la loro storia, i loro sentimenti e le loro speranze, una melodia che li avrebbe collegati per sempre.

In quel momento, nonostante le circostanze avverse, i quattro amici alpini avevano trovato una luce nel buio delle trincee, una melodia di resistenza e speranza che avrebbe continuato a risuonare attraverso il tempo, ricordando a tutti che anche in mezzo alla guerra, l’umanità e l’amicizia possono brillare.


Un saluto dal vostro prof. Maurizio Ricci 


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