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LA STORIA SIAMO NOI



Ciao cari lettori 

Un triste racconto in Musica per far conoscere la storia che tante volte si dimentica o non si conosce...

Vi raccomando di far ascoltare in particolare ai giovani questa canzone e leggere il testo che ho inserito, è importante parlarne e discutere con i figli o con gli amici di questi argomenti. 


"Il coraggio non è l'assenza di paura, quella si chiama incoscienza. Essere coraggiosi vuol dire avere paura di qualcosa e farla comunque" Mark Twain.

Questa canzone è un invito a quel coraggio collettivo: ricordare anche quando fa male.

 

Perché come scriveva Calvino in "Oltre il ponte" (Cantacronache, 1959): "A vent'anni la vita è oltre il ponte,/Oltre il fuoco comincia l'amore."


Oggi quel ponte si costruisce con le verità del passato


LA STORIA SIAMO NOI


(Gli Anni di Piombo)

Milano, 1969: un pomeriggio di dicembre spacca l'aria in Piazza Fontana.

Vetri infranti come promesse, 17 corpi senza respiro, 88 feriti che portano scolpita la data sul viso .

Strategia della tensione - chiamano - parole vuote come i cassetti degli archivi segreti.

Poi Brescia, 1974: una bomba nascosta tra i cestini della Loggia, mentre voci antifasciste salgono verso il cielo.

Otto vite spezzate, metallo che canta morte .

L'Italus corre sui binari, agosto '74, esplode nella galleria dell'Appennino: 12 viaggiatori senza ritorno. 


(Il Buio della Ragione)

Primavera 1978: una Croma bianca ferma in via Fani, Roma.

Cinque giovani poliziotti distesi sull'asfalto, Aldo Moro trascinato via come un fagotto.

Cinquantacinque giorni di menzogne di Stato, poi il corpo in un bagagliaio, le lettere alla famiglia mai consegnate.

Popolo delle Brigate, gridano, ma è solo sangue che macchia la Costituzione.


(Le Stragi di Stato)

Bologna, 2 agosto 1980: le 10:25 un boato sbriciola la stazione.

Ottantacinque anime disperse tra le macerie, valigie aperte, orologi fermi all'ora dell'odio .

Polvere di cemento e ossa umane, il silenzio dopo il finimondo.

Mentre a Ustica, tre settimane prima, un DC-9 cade nel Tirreno: 81 morti sospesi nel mistero, lamiere piegate come verità nascoste .

Incidente, dicono.

Ma i fondali marini conservano indizi più della giustizia.


(La Guerra Infinita)

Palermo, 1992: maggio e luglio bruciano.

Via D'Amelio, 19 luglio: 500 chili d'inferno sotto l'auto bianca.

Paolo Borsellino sorride all'ultimo fotogramma, la scorta polverizzata, l'oleandro rosso di sangue .

Cinquantasette giorni prima, Capaci: Giovanni Falcone, la moglie, tre agenti dissolti nel cratere dell'autostrada.

La mafia teme la scuola più dei giudici, aveva detto. Ma i banchi restano vuoti dove passò la morte.


(Le Ferite Aperte)

Natale 1984: il Rapido 904 scompare nel buio della galleria Appenninica.

Quindici morti, centinaia di mutilati: la 'ndrangheta e i servizi deviati che ballano sulle carrozze squarciate.

E poi Genova, 2001: la scuola Diaz, sacchi a pelo imbevuti di sangue giovane.

Non erano terroristi, erano ragazzi con i libri di storia nelle mani.


Queste pietre non sono silenzi, sono voci sepolte sotto l'asfalto.

Ogni nome un buco nel calendario, ogni verità negata un mattone mancante.

Chi dimentica il fango da cui è uscito, prepara la terra per nuove radici marce.

Ora camminiamo su queste strade, dove l'eco delle esplosioni si è fusa col rumore del traffico.

I murales sbiaditi, le targhe consunte, i processi infiniti che muoiono in cassazione.

Ma i vostri nomi, Borsellino, Falcone, Vittime di Ustica, Martiri di Brescia, sono semi sotto il cemento.

Finché un ragazzo si chiederà “perché” anziché “quando” finirà tutto questo, la memoria sarà ancora un verbo al presente.



Attendo graditi commenti. 

Un saluto dal vostro prof. Maurizio Ricci 

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