MUSICA IN... GIALLO.Epis.6

 


Barbara si trovava nell’aula del Conservatorio di Milano destinata alle prove per piccoli gruppi di archi, osservando attentamente la scena del crimine. L’ambiente era cupo e silenzioso, interrotto solo dai sussurri dei presenti e dai solleciti passi degli investigatori. Antonio Pedretti, il famoso violinista, giaceva senza vita sul pavimento, accanto al suo prezioso violino.

Barbara indossava la sua iconica t-shirt nera, che faceva risaltare i suoi occhi vivaci e il suo atteggiamento deciso. La sua mente si muoveva a una velocità sorprendente, mentre iniziava a raccogliere indizi e a formulare ipotesi sulla dinamica dell’omicidio.

Iniziò esaminando attentamente il corpo della vittima. Notò che Antonio Pedretti aveva una ferita profonda al petto, presumibilmente causata da un’arma affilata. Era evidente che la morte era stata istantanea. Barbara si chiese se la vittima fosse stata colpita da un’arma da taglio o se avesse potuto essere un omicidio mascherato da un incidente.

Dopo aver raccolto campioni di sangue e fibre presenti sulla scena del crimine, Barbara si diresse verso i presenti per ottenere informazioni cruciali. Parlò con gli altri musicisti che si trovavano nell’aula quella sera, cercando di scoprire se qualcuno avesse notato qualcosa di insolito o sospetto.

Le testimonianze dei musicisti non portarono a nulla di significativo, ma Barbara notò che uno dei violini presenti nell’aula sembrava fuori posto. Si avvicinò e lo esaminò attentamente, notando delle tracce di sangue sulla custodia. Potrebbe essere stata l’arma del delitto? Barbara prese subito il violino per portarlo in analisi forense.

Successivamente, si recò nella sala prove adiacente per analizzare il luogo dal quale provenivano i suoni al momento del crimine. Scoprì un archetto rotto e parzialmente insanguinato, presumibilmente usato dal killer per colpire la vittima. Questo indizio confermava l’ipotesi di un omicidio premeditato.

Barbara continuò ad analizzare gli indizi e a fare ricerche sul passato di Antonio Pedretti. Scoprì che il violinista aveva recentemente litigato con un collega, il violista Marco Rossi, a causa di una disputa artistica. Questa informazione portò Barbara a considerare Marco come uno dei principali sospettati.

Con le prove raccolte e le testimonianze dei presenti, Barbara riuscì a ricostruire la dinamica dell’omicidio. Grazie alla sua intelligenza e perspicacia, dimostrò che Marco Rossi aveva commesso l’omicidio per gelosia e rabbia. Marco era deciso a ottenere il ruolo di protagonista nel gruppo degli archi e, vedendo il successo di Antonio Pedretti, si era lasciato sopraffare dalle emozioni negative.

Barbara consegnò le prove alle autorità competenti, aiutando a risolvere il caso e a portare il colpevole davanti alla giustizia. La sua t-shirt nera potrebbe essere stata un simbolo della sua determinazione nel portare a termine l’indagine e nel trovare la verità dietro l’omicidio nel Conservatorio di Milano.



Un saluto dal vostro prof. Maurizio Ricci 

Commenti