Scuola, Emozioni e Vita Vera: Non è Solo un Banco e un Registro

 


Ciao cari ragazzi,

Parliamoci chiaro: quando si sente la parola “scuola”, molti pensano subito a sveglie troppo presto, compiti infiniti e interrogazioni che sembrano torture medievali. Ma se ci fermiamo un attimo a guardarla da un’altra prospettiva, la scuola può essere molto di più. Può diventare un laboratorio di crescita emotiva e culturale. Un luogo dove non si impara solo a risolvere equazioni, ma anche a capire sé stessi e gli altri

Non è un segreto: il sistema scolastico spesso sembra più interessato a valutare che a valorizzare. 

Ma la verità è che la scuola può essere una sfida personale, un’occasione per scoprire chi siamo davvero. 

Non serve essere i primi della classe per crescere. Serve mettersi in gioco, ascoltare, sbagliare, riflettere. Serve emozionarsi.

Emozioni: il vero programma che dovremmo studiare

Le emozioni non sono un optional. 

Sono il motore delle nostre giornate.

Quando le ignoriamo o le gestiamo male, rischiamo di farci male — e di far male agli altri. Rabbia repressa, frustrazione, insicurezza: se non impariamo a riconoscerle e affrontarle, possono trasformarsi in comportamenti antisociali, violenti, distruttivi.

Pensaci: quanti atti di violenza, quanti femminicidi, quanta sofferenza potremmo evitare se ci fosse una vera educazione emotiva? 

Se fin da piccoli ci insegnassero che piangere non è debolezza, che dire “ho paura” è coraggio, che rispettare l’altro è potenza?

Studiare serve, certo.

Ma studiare con il cuore aperto è un’altra cosa!

Quando un ragazzo impara a leggere un testo e a sentire cosa gli provoca, quando una ragazza capisce che la matematica può essere anche bellezza, quando un gruppo di studenti discute di attualità e si accende una scintilla... lì nasce qualcosa di potente. Lì nasce la cultura che cambia il mondo.

 E allora?

Allora non accontentiamoci di sopravvivere alla scuola. Facciamola nostra. 

Chiediamo spazi di ascolto, parliamo di emozioni, costruiamo relazioni sane. 

La scuola non deve essere un luogo che ci spegne, ma uno che ci accende.

Perché crescere non è solo imparare. 

È sentire. 

È scegliere. 

È diventare.


Un saluto dal vostro prof. Maurizio Ricci 

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