Ciao cari lettori,
C'è un luogo dove non si cercano like, non si seguono tendenze, non si pubblicizza nulla.
C'è un angolo silenzioso del web dove si parla di scuola — vera scuola — quella che non sta sui manifesti delle istituzioni, né nei discorsi dei ministri in diretta televisiva.
È qui, su questo blog. Non è un portale di risorse didattiche, né un canale di formazione per docenti “in carriera”.
Non ha sponsor, non ha banner, non ha newsletter da iscrivere. Ha una sola voce: quella di un vecchio insegnante, che racconta.
Ecco, lui è il cuore di questo spazio. Un uomo che ha passato quarant'anni tra banchi, lavagne, ricreazioni e lettere di ringraziamento mai inviate. Che ha visto cambiare i programmi, le tecnologie, le generazioni.
Che ha imparato che l'educazione non si misura in voti, ma in sguardi che si illuminano quando qualcuno finalmente capisce. Lui non scrive per essere seguito. Scrive perché ha bisogno di parlare.
E chi legge? Chi legge sono gli altri come lui: ex insegnanti, genitori che non si arrendono, studenti che ancora credono che la scuola possa essere qualcosa di più di un passaggio obbligato.
Sono quelli che sanno che l'educazione non è un servizio, ma un patto. In questo blog non trovi la guida per usare l'IA come sostituto del cuore, né tutorial per automatizzare l'educazione.
Trovi
Storie di bambini che hanno imparato a leggere perché un insegnante gli ha letto Il piccolo principe durante la ricreazione, anche se non era nel programma.
Storie di ragazzi che hanno trovato un posto sicuro in classe, non perché c'era un piano di inclusione, ma perché l'insegnante li ha guardati negli occhi e ha detto: “Tu sei importante qui”.
Trovi parole su cosa significa "ascoltare", non solo sentire. Su quanto sia rivoluzionario dire “non lo so”, e poi cercare insieme. Su quanto valga un silenzio rispettoso dopo una domanda difficile. Su come la cultura non sia un contenuto da memorizzare, ma un respiro che si trasmette.
E non è magia. Non è miracolo.
È semplicemente umanità.
Perché l'educazione autentica non nasce dagli algoritmi, ma dal cuore di chi crede che la tecnologia debba servire l'umanità, non il contrario.
Nasce da un caffè preso dopo la scuola, da un messaggio scritto a tarda notte, da un foglio di carta con una frase sottolineata e una firma sotto: “Grazie, professore”.
Questo blog è nato da un incontro tra un insegnante e la sua memoria. Seduto su una panca, davanti a una scuola vuota a fine giugno, ha ripensato a un ragazzo che non parlava mai ma disegnava meraviglie. A una maestra che ogni mattina metteva un fiore sul banco di un bambino timido.
E a come oggi la scuola sembra aver dimenticato che prima di tutto è un luogo di relazioni.
E allora ha deciso: scrivere. Senza pretese. Senza strategie.Solo con la passione di chi sa che l'educazione non si vende, si dona.
E quel dono, oggi, lo puoi trovare qui. Ogni settimana. Senza rumori. Senza pubblicità. Con la quiete di chi crede ancora.
Se cerchi strumenti miracolosi, vai altrove. Se cerchi formule magiche per far studiare i ragazzi, ti sbagli di strada. Ma se cerchi… il senso, se cerchi la voce di chi ha visto la scuola negli occhi dei suoi studenti, se cerchi la memoria di ciò che conta davvero — allora sei nel posto giusto.
Perché educare non è un compito. È un atto d'amore. E l'amore non ha bisogno di algoritmi per sostituire il cuore.
Basta una voce. Basta una pagina. Basta un cuore che non si arrende. Benvenuto. Sei tra amici.
— notanostra.blogspot.com —
Dove l'educazione torna a respirare.
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Un saluto dal vostro prof. Maurizio Ricci
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