Vi propongo il poema autobiografico realizzato da Giuseppe Garibaldi dove esprime concetti di una modernità davvero sorprendente.
Potete leggere il poema cliccando su questo link:
Il Poema autobiografico di Garibaldi e La sua Visione Storica del Risorgimento: una lettura innovativa legata ai nostri tempi.
Il “Poema autobiografico” di Giuseppe Garibaldi, pur nella sua forma poetica, offre un’analisi profonda e appassionata delle vicende del Risorgimento e della sua esperienza personale. Attraverso il racconto delle sue battaglie, in Sud America e in Italia, Garibaldi delinea un ritratto vivido non solo del suo eroismo, ma anche delle sfide e delle contraddizioni del processo di unificazione italiana.
Elementi importanti del poema:
Il ruolo centrale della libertà:
Il tema della libertà permea l’intero poema. Per Garibaldi, la libertà non è un concetto astratto, ma una forza vitale che lo spinge a combattere l’oppressione in ogni sua forma. La sua Caprera, isola selvaggia e incontaminata, diventa simbolo di questa libertà, un rifugio “Ove né schiavo né tiranno alberga”.
L’esperienza internazionale:
Garibaldi sottolinea l’importanza della sua esperienza internazionale, in particolare in Sud America, nella sua formazione come combattente e come uomo. Le battaglie per la libertà in Brasile e Uruguay, “Non eran quelli Itali campi di battaglia, è vero”, hanno temprato il suo spirito e lo hanno preparato alle sfide del Risorgimento.
Critica ai “Moderati”
Garibaldi non risparmia critiche ai “Moderati”, accusandoli di opportunismo, vigliaccheria e di anteporre gli interessi personali a quelli della patria. Li definisce “Patteggiatori di misfatti e d’onte”, incapaci di comprendere la vera essenza del Risorgimento.
Il ruolo del popolo:
Garibaldi riconosce l’importanza del popolo nel processo di unificazione. Pur criticando l’inerzia e l’incostanza delle masse, riconosce il valore della “coraggiosa Gioventù” e della “plebe” che, a differenza dei “Moderati”, sono disposti a combattere per la libertà.
Delusione per il Risorgimento incompiuto:
Il poema trasmette la delusione di Garibaldi per un Risorgimento che, a suo avviso, non ha pienamente realizzato gli ideali di libertà e unità per cui ha combattuto. L’Italia, pur unificata, rimane “calpestata e serva Dello straniero”, governata da una classe dirigente corrotta e incapace di difendere gli interessi del popolo.
Visione pedagogica e storica:
Il racconto di Garibaldi, pur scritto in un contesto storico specifico, offre spunti di riflessione validi anche per l’attualità.
Importanza della memoria storica:
La lettura del Risorgimento non dovrebbe essere un semplice esercizio di memoria, ma un’occasione per riflettere sui valori fondanti dell’Italia unita e sul loro significato per il presente.
Il valore della libertà e della partecipazione:
Il Risorgimento ci ricorda l’importanza della libertà individuale e collettiva e della partecipazione attiva dei cittadini alla vita pubblica. In un’epoca in cui la democrazia è messa alla prova da nuove sfide, il messaggio di Garibaldi sulla necessità di “sgombrare l’Italia da ladroni” rimane attuale.
Critica al potere corrotto:
La critica di Garibaldi ai “Moderati”, accusati di anteporre gli interessi personali a quelli della patria, può essere letta come un monito contro ogni forma di corruzione e di abuso di potere. Anche oggi, la difesa del bene comune richiede un impegno costante contro chi “al ventre Adoratori si prostran”.
Solidarietà e fratellanza:
Il “Poema” sottolinea l’importanza della solidarietà e della fratellanza tra i popoli. L’esperienza internazionale di Garibaldi e il suo incontro con “Ospiti miei” in Sud America dimostrano che la lotta per la libertà trascende i confini nazionali.
Citazioni riferite all’attualità:
”Il mercato Se no, compito non saria, ed io Senza l’Italia rinnegar le stanche Membra potrei posar sul suol natio.”
Questa frase, riferita alla cessione di Nizza alla Francia, può essere letta come un monito contro la svendita del patrimonio nazionale e la perdita di identità in un mondo globalizzato.
”E si richiede forse Se reduce di pan manca o di tetto, Onde posar le stanche membra?”
La domanda retorica di Garibaldi sulla condizione dei reduci risuona ancora oggi, in un’epoca in cui molti cittadini si sentono abbandonati dallo Stato e privati dei loro diritti fondamentali.
”Il lupo, che la ricca preda Sciolta per un momento avea, i lanuti Sconsigliati contempla e, ritemprato Dalle solite gare, il truce dente Riappicca sicuro alle divise Pecorelle, e fa stragi, e frutta e donne E sostanze non sue sgavazza e sperde.”
Questa metafora del lupo che si avventa sulle pecore può essere applicata a chi, approfittando della debolezza del popolo, si arricchisce a spese del bene comune.
”Istupidito è pure il mercenario Del risoluto a fronte Italo stuolo.”
L’osservazione di Garibaldi sull’ “istupidimento” del mercenario di fronte al coraggio degli italiani può essere letta come una critica all’indifferenza e all’apatia che spesso caratterizzano la società contemporanea.
Il “Poema autobiografico” di Garibaldi offre spunti di riflessione validi non solo per comprendere il Risorgimento, ma anche per affrontare le sfide del presente. La lettura del poema, condotta in chiave critica e attualizzante, può contribuire a formare cittadini consapevoli e responsabili, capaci di difendere i valori di libertà, giustizia e solidarietà su cui si fonda la società italiana.
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