Ciao cari lettori
In occasione del giorno dedicato alla memoria della Shoah voglio raccontarvi la storia di un grande uomo: Giorgio Perlasca.
IL GIORNO DELLA MEMORIA
UN RICORDO DI
“GIORGIO PERLASCA”
Cari ragazzi,
oggi voglio portarvi nel cuore di una storia che parla di coraggio, etica e umanità.
È la storia di Giorgio Perlasca, un uomo, un modesto commerciante che ha saputo trasformare le sue convinzioni e i legami della sua vita in uno strumento di salvezza per migliaia di persone.
La sua vicenda ci ricorda che, anche nei momenti più oscuri, la luce può venire da scelte ispirate dalla giustizia e dalla coscienza.
Giorgio Perlasca, originario di Como, era un uomo come tanti. Da giovane, aderì al fascismo, ma presto comprese la triste forza oppressiva di quell’ideologia.
Durante la guerra civile spagnola (1936-1939), decise di unirsi ai volontari fascisti che combattevano a fianco di Francisco Franco. Tuttavia, proprio in Spagna, Giorgio entrò in contatto con un mondo nuovo, che avrebbe avuto un ruolo cruciale nel suo destino: imparò a conoscere meglio la cultura spagnola, la lingua e i principi di giustizia che avrebbero poi guidato le sue azioni.
Terminata l’esperienza in Spagna e deluso dalla direzione che l’Italia fascista stava prendendo, Giorgio iniziò a prendere le distanze dal regime, avvicinandosi invece a un’etica personale basata sul rispetto della dignità umana.
Questa sua scelta divenne evidente quando, nel 1944, si trovò a Budapest, in Ungheria, proprio mentre la follia nazista imperversava con deportazioni di massa contro gli ebrei.
Qui entra in gioco il legame speciale che Giorgio aveva con la Spagna.
Durante il caos della guerra, riuscì a ottenere un passaporto diplomatico spagnolo grazie al suo passato e alla conoscenza approfondita della lingua e delle tradizioni spagnole.
Con questo passaporto, si finse un rappresentante del governo spagnolo, presentandosi come “Jorge Perlasca.”
Fu proprio questo espediente che gli permise di infiltrarsi nel corpo diplomatico spagnolo e iniziare la sua opera di salvataggio.
Con straordinaria abilità, Giorgio usò il ruolo fittizio di diplomatico per negoziare con le autorità naziste e ungheresi. Mise a rischio la sua vita costruendo rifugi protetti, dichiarati come territori spagnoli, dove ebrei perseguitati venivano nascosti.
Perlasca sfruttò la neutralità della Spagna e il prestigio del corpo diplomatico per creare documenti falsi e salvare famiglie intere, sempre con un’intelligenza e un coraggio che pochi avrebbero saputo dimostrare.
Eppure, ciò che rende la sua storia unica non è solo l’astuzia con cui operò, ma l’umiltà con cui visse.
Dopo la guerra, Giorgio tornò in Italia e non parlò a nessuno di ciò che aveva fatto. Non cercò riconoscimenti, non desiderava gloria. Per lui, ciò che contava era aver fatto ciò che riteneva giusto.
Solo molti anni dopo, grazie al racconto di alcuni sopravvissuti, il mondo scoprì la sua incredibile impresa.
Cari ragazzi, da questa storia emerge un insegnamento potente.
Giorgio Perlasca ci dimostra che non è necessario essere eroi nati o grandi leader per cambiare il corso della storia. A volte, basta ascoltare la voce della propria coscienza e utilizzare le esperienze che la vita ci offre – in questo caso, i legami con la Spagna – per fare la differenza.
Ma c’è un altro insegnamento: Perlasca ci ricorda che il coraggio non è solo sfidare il pericolo, ma anche sfidare le nostre paure interiori. Lui aveva rinnegato le sue vecchie convinzioni e trasformato ciò che aveva imparato in passato in uno strumento per salvare vite. Questo è il vero coraggio morale: sapere cambiare per il bene degli altri.
Portate con voi la storia di Giorgio Perlasca, ragazzi. Ricordate che il suo legame con la Spagna, la sua conoscenza del mondo e il suo cuore giusto gli permisero di scrivere una pagina straordinaria di umanità.
Anche noi, con i talenti e le esperienze che accumuliamo nel nostro cammino, possiamo diventare strumenti di giustizia e speranza per chi ci circonda.
Grazie.
Canzone dedicata alla vita di
"Giorgio Perlasca"
Un saluto dal vostro prof. Maurizio Ricci
Un esempio di come la bontà e l'umanità di una persona riescono a vincere anche le idee più nefande. Ma, grande contraddizione, è rimasto fascista anche nel dopoguerra. Bravo Maurizio. Ottima scelta la tua.
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