"Blabla" CI STUPISCE ANCORA--- ECCO LA NUOVA OPERA: "PETALI BLU"


 

Alle 09:00 di una mattina di giugno, il sole era cocente sulla riva della spiaggia, mentre l’investigatrice Onèir analizzava il cadavere di un uomo e di una donna riversi a terra. 

Tre erano le modalità utilizzate per ucciderli: un fiore, una pistola e un pugnale. Il fiore era una rosa blu, mentre un colpo di arma da fuoco era stato rinvenuto nello stomaco dell’uomo e nel cuore della donna. Infine, una pugnalata era stata inflitta proprio sul cuore dell’uomo con tanta forza da conficcare il pugnale fino alla fine della lama. Il corpo della donna era stato trovato riverso sul petto, mentre il corpo dell’uomo riverso sulla schiena. 

Ma ciò che più aveva lasciato perplessa l’investigatrice erano stati il piccolo localizzatore di marca Kritor, che avevano trovato nascosto sulla maglia dell’uomo, e le lettere minatorie che avevano rinvenuto nella tasca destra della giacca. Inoltre, lungo la strada che portava alla scena del delitto, l’investigatrice Onèir aveva notato uno specchietto rotto, probabilmente di un’automobile, caduto in prossimità di un albero. 

Le informazioni a disposizione erano confuse poiché ciascun dettaglio sembrava smentire l’altro: perché utilizzare una rosa per uccidere un uomo, per poi sparargli, e perché sparargli se si ha in mente di usare anche un pugnale con tanta brutalità? 

E chi era la donna che passeggiava sulla spiaggia, di notte, con l’uomo?

 Bisognava attendere qualche ora per avere l’analisi della squadra scientifica, che si era già attivata. 

Dopo una semplice indagine, il nome dell’uomo risultò essere Alec Begàr, direttore di banca e sposato con una donna di nome Carin Calligan. Poche settimane prima non aveva voluto concedere un prestito ad un imprenditore di nome George Martin, la cui azienda era poi fallita. Il nome dell’altra vittima era Clarisse Beltràm, moglie di Simon Gadmond. Onèir decise di recarsi subito dalla moglie di Alec Begàr. 

Arrivò alle 10:30 e notò la bella villetta di color giallo ocra, circondata da un grande giardino. 

Sul lato sinistro della villa si trovava il garage, in cui si scorgeva una bella macchina sportiva mancante dello specchietto destro. 

Suonò al citofono e proprio Carin la fece accomodare.  Era una donna di bell’aspetto, alta e snella, con i capelli castani e gli occhi verdi. Onèir trovò che Carin avesse una quantità di trucco eccessiva sul volto e soprattutto intorno agli occhi che erano leggermente rossi, come se fossero stati reduci da un lungo pianto. La condusse in un elegante salotto, dalle poltrone di una pregiata stoffa rossa posizionate intorno a un raffinato tavolino in cristallo. Dopo essersi presentata le comunicò la morte di suo marito e lei per poco non svenne.

Si appoggiò ad una poltrona e lacrime calde le scesero lungo le gote. Le disse poi del luogo e della donna con cui si trovava l’uomo, ma lei era particolarmente interessata a sapere come fosse morto. 

“Era a conoscenza dell’uscita notturna di suo marito?” 

le chiese l’investigatrice. 

“Certo, mi aveva detto che si sarebbe recato ad una cena di lavoro, a cui non poteva mancare. Così ho pensato di non aspettarlo e sono andata a dormire; quando questa mattina non l’ho trovato in casa non mi sono insospettita perché mi sono svegliata più tardi del solito e ho pensato che fosse già in banca”.

 “E conosceva la donna con la quale suo marito è stato ucciso, la sig.ra Clarisse Beltràm? 

Carin abbassò lo sguardo. 

Il gesto non passò inosservato all'investigatrice.

 La donna si rese conto di aver fatto un passo falso, così rialzò gli occhi e rispose: “No, non conoscevo la donna e mi stupisce che mio marito fosse in sua compagnia”. 

Non disse altro, ma la frase bastò a far capire all'investigatrice che c’era qualcosa che la donna nascondeva. 

Onèir continuò: “Sa dirmi qualcosa su un certo George Martin”?

 “Si, era un amico di famiglia, ma era cambiato tanto nell'ultimo periodo e spendeva molti soldi per il gioco d’azzardo. 

Alec non gli ha concesso un prestito e lui l’ha presa molto male, dicendogli che gliel'avrebbero fatta pagare”. 

“Sa quando suo marito l’ha visto per l’ultima volta?” “Ieri, sembrava che George volesse vederlo a tutti i costi. 

Si sono incontrati qui a casa e c’ero anche io”.

 “E sa dirmi che tipo di lavoro svolge?” 

“Gestisce un’azienda che si occupa di elettrotecnica, la Kritor”. 

All'investigatrice sembrò che non ci fosse più nulla da dire, così, dopo essersi congedata, uscì dalla casa. 

Proprio in quel momento arrivò l’analisi del medico legale: l’uomo aveva annusato il fiore, inalando così il cianuro, di cui ne erano state trovate tracce nell'organismo, ma il veleno era entrato in azione proprio nello stesso momento in cui l’uomo e la donna erano stati colpiti dall'arma da fuoco.  

Secondo il medico legale la signora Beltràm era morta sul colpo. 

La pugnalata invece era stata inflitta qualche minuto dopo, uccidendo definitivamente il signor Begàr. 

Intanto, decise di recarsi a casa di George Martin. L’uomo abitava nell'appartamento di un palazzo alquanto malandato. 

Alle 12:00 suonò al citofono e Martin la fece salire. Si presentò e George, alto, robusto e dai capelli marroni e gli occhi che erano così scuri da sembrare neri, li fece accomodare in un salotto un po’ squallido, con due semplici poltrone da due posti ciascuna. 

Poco più avanti c’era un tavolo nero per quattro persone e, in un angolo, una piccola cucina. 

Onèir esordì così: “Signor Martin, questa notte sono stati uccisi un uomo e una donna. L’uomo era Alec Begàr, il direttore che non le ha concesso il prestito. Siamo qui per farle qualche domanda. Vorrei chiederle di cosa si occupava la sua azienda, prima che fallisse.” “Di prodotti alimentari” rispose l’uomo. 

“E quando ha visto per l’ultima volta Alec Begàr?”

 “Qualche settimana fa, quando non ha voluto concedermi il prestito.

” George era improvvisamente diventato rosso e la sua voce faceva trasparire dell’inquietudine. L’ investigatrice, che cominciava a capire, pensò allora che era ora di andare, così lo salutò e decise di conoscere il marito di Clarisse Beltràm, l’ultimo tassello della vicenda. 

Alle 14:30 arrivò a casa di Simon Gadmond, una piccola villetta con un grande giardino, in cui, in un angolo, Onèir scorse delle rose. Una volta entrata e dopo essersi presentata, tre furono le domande che l’investigatrice Onèir pose a Simon. Come prima cosa disse: “Signor Gadmond, che lavoro svolgeva sua moglie?”

 “Era una chimica.” Quindi chiese: “Le piacevano le rose?” 

“Si, le rose blu erano il suo fiore preferito.

” Infine, aggiunse: “Per caso lei conosce la moglie di Alec Begàr?”

 E Simon sorpreso rispose: “Ma certo, lei era un’attrice, come me. Solo che poi ha lasciato il lavoro per occuparsi della casa, mentre io ho continuato, ma siamo rimasti comunque molto amici.” 

A questo punto l’investigatrice aveva tutte le prove necessarie. Fu inoltre contattata anche dalla scientifica che aveva trovato, in un taschino, il cellulare di Alec Begàr con alcuni messaggi di Clarisse Beltràm, in collera con Alec perché non aveva lasciato la moglie per scappare con lei, ed altri messaggi con George Martin in cui Begàr gli chiedeva di smetterla di minacciarlo di morte. 

Non rimaneva che convocare a casa di Gadmond la sig.ra Carin Calligan e George Martin, per comunicare loro le sue conclusioni. 6 Alle 16:00 erano arrivati tutti: “Signori, vi ho convocati qui perché possiate conoscere cosa realmente è accaduto ieri sera. Il signor Begàr è morto dopo aver inalato del cianuro, per un colpo di arma da fuoco allo stomaco ed è poi definitivamente deceduto per una pugnalata al cuore.

 La sig.ra Beltràm è morta invece per un colpo di arma da fuoco al cuore. Il signor Begàr e la sig.ra Beltràm si incontrano sulla spiaggia e la donna, per gelosia, vuole ucciderlo con una rosa blu imbevuta nel cianuro liquido. 

Mentre Begàr odora il fiore, arriva la signora Calligan, che dopo aver seguito suo marito e, avendolo visto con un’altra donna, in preda alla rabbia, spara alla signora Beltràm, che cade in avanti e muore. Begàr si volta e la moglie spara anche a lui, colpendolo allo stomaco. 

Poi scappa con la pistola e, una volta a casa, la nasconde, ma nella fretta urta contro un albero e rompe lo specchietto destro dell’auto. Intanto, George Martin, che aveva seguito Begàr con il localizzatore per vendicarsi del suo fallimento, assiste a tutta la scena dell’assassinio e, dopo che la signora Calligan scappa, esce allo scoperto per assicurarsi che il signor Begàr sia morto.

 Poiché non lo è, decide di ucciderlo con il pugnale che aveva con sé ed elimina le impronte sul manico dell’arma. 

Poi scappa anche lui.” Di fronte all'evidenza delle prove nessuno osò protestare.


Attendo vostri graditi commenti e richieste.

                                            

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