OGGI VI PARLO DI: "MUSICA".

 


Ciao carissimi lettori

Oggi mi va di fare una chiacchierata con voi proprio perché in questo spazio non esiste né tempo né barriere che ostacolino la libera espressione.

Parlo di una mia esperienza quotidiana e pluriennale che mi vede coinvolto nel diffondere e aiutare ragazzi e diversamente giovani ad amare la musica

Perché proprio la musica mi potreste chiedere, con tutta sincerità vi rispondo che se esiste un linguaggio di assoluta libertà questo si chiama musica.

Perché la musica si fa insieme e ognuno è prezioso nel suo ruolo, non esistono cittadini di serie A e B nel mondo musicale, non mi riferisco al concertista che ci dona tanta bellezza attraverso doti particolari.

Chi lavora con i ragazzi sa bene quanto sia complesso entrare nel loro mondo e aprire con loro un dialogo di reciproca fiducia; la musica non ha barriere ed è fatta di assoluta condivisione, ognuno impara ad ascoltare con tutti i sensi a disposizione ma andando oltre formule che la società cerca di standardizzare.

Dico sempre ai miei allievi ‘tu sei unico e per questo mi devi insegnare a leggere la tua storia, perché credo in te.’

E queste storie diventano parte di un grande racconto che è la vita scolastica.

Non esiste una musica noiosa o fastidiosa, esiste una persona che ascolta con le sue convinzioni e le sue conoscenze ed esprime un proprio parere che deve essere sempre accettato e condiviso.

Ed ecco una magia... la 'condivisione'  quando senti il racconto di quella musica che ritieni fastidiosa dalla persona che ha fatto entrare nella sua vita questa esperienza il libro diventa sempre più interessante e coinvolgente.

Stai vivendo emozioni provate da altri che magari non ti sei mai accorto di conoscere e possedere, la magia dell’ascolto ora si rivela proprio a te che di solito affermi: non pensavo di essere ‘bravo’, ma al contrario non avevi mai provato il piacere di un successo.

La musica si fa insieme, non importa che tu sappia suonare uno strumento, alla base c’è un elemento magico che tutti possediamo il 'ritmo’.

Quando un gruppo condivide un ritmo parla una lingua comune che non ha bisogno di interpreti e non ha un ceto sociale di appartenenza, se i nostri ragazzi non vivono questa preziosa esperienza a scuola e in generale nell’ambiente sociale di appartenenza avremo a che fare sempre con situazioni di disagio che diventeranno sempre più complesse.



Mi aspetto una vostra riflessione riguardo il famigerato uso della tecnologia (cellulare, tablet, PC, TV….)

Questi strumenti non sono da considerare a priori dannosi.

 Con i ragazzi di solito faccio produrre brani musicali utilizzando mezzi tecnologici e piattaforme Web, in questo caso viene recepito il valore della rete come prezioso contributo proprio perché si usano risorse freeware che non richiedono contributi economici.

L’uso della tecnologia oggi è molto utile per produrre brani musicali e responsabilizzare i giovani ad una consapevolezza che li porta ad una concreta presa di coscienza del loro ruolo come utilizzatori di strumenti tecnologici.

Il telefonino dunque può essere anche uno strumento di lavoro e anche se le chat rimangono importanti dentro quella scatolina magica che ti fa comunicare e giocare esistono anche strumenti utili allo studio e alla tua crescita personale.

Certo che ho semplificato un problema gigantesco... ma almeno troviamo un modo per parlarne con semplicità.

 Nel triste periodo della DAD il PC o il tablet usati per connettersi con le video lezioni erano e sono strumenti anche odiati da piccoli e grandi, sono comunque serviti a comunicare e a far sentire meno abbandonati tanti giovani che in alternativa avrebbero perso completamente importanti punti di riferimento.

Chiudo con una affermazione inconfutabile….

SENZA LA VITA NON ESISTE UN MONDO, SENZA MUSICA NON ESISTE LA VITA.

Il vostro prof. Maurizio


Sono graditi vostri commenti e consigli.

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