LA DONNA ESISTE ANCHE DOPO L'OTTO MARZO



Ciao cari lettori 

Un pensiero per tutte le donne.. 


A te, donna,

che danzi tra le ombre senza temere il buio, con le mani che intrecciano speranze e un cuore che batte al ritmo di mille vite.

Sei la voce che sussurra verità nell’uragano, il fuoco che scalda senza bisogno di bruciare.

In questo 8 marzo, ti vedo: non solo nei sorrisi che regali al mondo, ma nelle cicatrici che porti come medaglie, nascoste sotto strati di resilienza.

Sei il mare che si infrange e poi si placa, la stella che guida anche quando il cielo tace.

Ti auguro di specchiarti nei tuoi abissi

E trovare la luce che hai sempre custodito, di camminare fiera sulle strade che hai scavato, perché essere donna è un’arte senza confini, un canto che nasce dal silenzio e si alza fino a sfiorare l’infinito.

Buona Festa della Donna, non solo oggi, ma in ogni istante che ti appartiene.


Lettera aperta per l’8 marzo: A tutte donne, ieri, oggi e domani

Care donne,

oggi, 8 marzo 2025, il mondo si ferma un istante per guardarvi. Non è solo una celebrazione, ma un respiro collettivo per riconoscere chi siete state, chi siete e chi sarete. La vostra storia non è un capitolo isolato: è il filo rosso che attraversa il tempo, intrecciando sacrificio, bellezza e una forza che non si piega.

Pensate a chi vi ha precedute.

Alle donne che, nei secoli, hanno cucito abiti con mani screpolate, mentre sognavano un futuro oltre le mura di casa.

Alle madri che hanno cresciuto figli sotto cieli di guerra, trovando il modo di proteggere la vita anche quando tutto intorno crollava.

Alle ribelli che, con una penna o una voce, hanno sfidato catene invisibili, scrivendo il primo rigo di una libertà che oggi diamo per scontata.

La figura femminile è stata a lungo un’ombra paziente, un’eco soffocata, ma mai spenta. Siete state muse per i poeti, ma anche spade per le rivoluzioni silenziose, plasmando il mondo con una tenacia che la storia non sempre ha saputo raccontare.

E oggi?

Oggi siete ovunque, eppure ancora in cammino.

Siete nelle aule universitarie, nelle sale riunioni, nei laboratori, nelle strade.

Siete madri che insegnano ai figli l’uguaglianza, professioniste che rompono soffitti di cristallo, artiste che ridisegnano l’immaginario collettivo.

Ma siete anche donne che, troppo spesso, devono ancora dimostrare il doppio, lottare il triplo, per essere viste come pari.

La società vi chiede di essere tutto: forti ma gentili, ambiziose ma non troppo, indipendenti ma sempre disponibili. È un equilibrio che non dovrebbe essere un peso, eppure lo è ancora.

La donna di oggi è un paradosso vivente: eredità di un passato che l’ha resa resiliente e promessa di un futuro che deve ancora compiersi. Siete il ponte tra ciò che è stato e ciò che sarà, ma non siete solo un simbolo: siete persone, con fragilità, sogni, rabbia, speranze.

E forse è proprio questo il vostro ruolo più grande nella società odierna: ricordare al mondo che l’umanità non è completa senza la vostra voce, senza il vostro sguardo, senza la vostra lotta.

In questo 8 marzo, vi auguro di non dover più giustificare chi siete.

Vi auguro di poter cadere senza sentirvi sbagliate, di rialzarvi senza dovervi scusare, di brillare senza dovervi spegnere per far spazio agli altri.

Siete state il seme, la radice, il tronco: ora siate anche i rami, liberi di crescere verso il cielo che vi spetta.

Con ammirazione e gratitudine,

un testimone del vostro cammino


Riflessione sulla figura femminile nel tempo e nel presente

La figura femminile è evoluta da un ruolo spesso subordinato, definito da confini sociali rigidi, a una presenza dinamica e sfaccettata.

Nei secoli passati, la donna era vista come custode del focolare o ispirazione artistica, ma raramente come soggetto autonomo. 

Le eccezioni – pensiamo a figure come Ipazia, Giovanna d’Arco o Mary Wollstonecraft – erano scintille rare in un sistema che le voleva silenziose.

Oggi, invece, la donna è protagonista: guida nazioni, scopre vaccini, scrive leggi.

Eppure, la parità resta un traguardo incompiuto.

Le statistiche parlano chiaro: divari salariali, violenza di genere, stereotipi persistenti. 

Il ruolo odierno della donna è quindi duplice: essere il motore del cambiamento e, allo stesso tempo, il metro della nostra capacità di costruire una società davvero equa.



Un saluto dal vostro prof. Maurizio Ricci 

Commenti

Posta un commento