Ciao cari lettori
Vi propongo due musicisti della Valle Camonica conosciuti per la loro attività musicale non solo in Italia, talenti che non hanno bisogno di tante parole per descriverli...basta la loro musica per imparare ad amarli
Osvaldo Taddeo: Il Menestrello Moderno della Valle Camonica
Nel cuore della Brescia del 1957, tra le antiche mura che sussurrano storie di resilienza e tradizione, nasceva Osvaldo Taddeo.
Era il 21 gennaio 1957, e il mondo accoglieva un’anima destinata a intrecciare passato e presente, unendo il clangore dell’industria al dolce richiamo della musica. Figlio di Francesco Taddeo ed Eurosia Vezzoli, Osvaldo crebbe tra Lumezzane S. Apollonio e Angolo Terme: il ritmo delle officine e la quiete delle valli divennero le prime note della sua sinfonia personale.
Un’infanzia tra metallo e natura
A Lumezzane, il suono delle fabbriche scandiva i giorni di Osvaldo, mentre i cortili polverosi erano il suo playground.
Ma ad Angolo Terme, tra il fruscio delle foglie e il canto dei torrenti, trovava un altro mondo: la natura gli sussurrava sogni che il ferro non poteva contenere.
Quei paesaggi montani gli insegnarono presto che la vita poteva avere un ritmo diverso.
La sua formazione prese una strada pratica: nel 1975, all’Istituto Professionale di Darfo Boario Terme, conseguì il diploma di disegnatore progettista. L’industria lo accolse, e con mani abili trasformava idee in acciaio. Eppure, dentro di lui, una melodia cresceva, impossibile da ignorare.
Il richiamo della musica
La chitarra divenne il suo rifugio, un dialogo intimo nelle ore strappate al lavoro. Ogni nota era una liberazione, un passo verso la sua vera essenza.
Alla Libera Accademia "A. Vivaldi" di Darfo Boario Terme, sotto la guida del professor Angelo Armanelli, Osvaldo affinò il suo talento in dieci anni di studio intenso. Fu un cammino di sacrifici, ma anche di scoperte: la musica non era solo passione, era la sua vocazione.
Lasciare il mondo tecnico per abbracciare l’arte fu una scelta coraggiosa. I dubbi lo tormentavano—“E se non ce la facessi?”—ma il sostegno della famiglia e il fuoco interiore lo guidarono. Con un ultimo sguardo alle officine, chiuse quella porta e ne aprì una nuova, fatta di corde e melodie.
Un menestrello tra le piazze
Con la sua chitarra, Osvaldo porta nelle piazze italiane un suono che mescola tecnica classica e sensibilità moderna. A Rimini, le sue serate incantano ancora, le note che fluiscono come onde gentili. I suoi brani, lirici e profondi, parlano senza parole, toccando l’anima di chi ascolta.
Tra le sue collaborazioni spicca quella con Ilaria Giorgi1, violoncellista dal talento raro. Insieme, intrecciano le tonalità calde del violoncello con l’eleganza della chitarra, creando concerti che sono veri dialoghi musicali.
Spesso eseguono pezzi come Suite per violoncello e chitarra o arrangiamenti originali, dove i loro strumenti si fondono in un’alchimia unica, capace di trasportare il pubblico in un viaggio emotivo. Sul palco, la loro intesa è palpabile: un sorriso, un cenno, e la musica prende vita.
Osvaldo ha inciso oltre dieci album, tra cui "La me nunina", un omaggio in dialetto camuno alle sue radici. Quelle note sono un ponte tra la Valle Camonica e il mondo, un canto che dice: “Questo sono io”.
Il maestro della Academia Vivaldi
Oggi, Osvaldo non è solo un musicista, ma un maestro che illumina il cammino di altri. Alla Libera Accademia "A. Vivaldi", insegna con una dedizione che va oltre la tecnica: “La musica è pazienza, è cuore,” ama ripetere ai suoi studenti.
Le sue lezioni sono un viaggio di scoperta, dove trasforma il timore dei principianti in melodie sicure.
Con un sorriso gentile e un’attenzione infinita, guida ogni allievo a trovare la propria voce. Molti di loro, ispirati dal suo esempio, portano avanti il suo insegnamento come un’eredità viva.
Tiene anche corsi speciali con Ilaria, dove chitarra e violoncello si incontrano in armonie che insegnano agli studenti l’arte dell’ascolto reciproco. “Quando suoniamo insieme,” dice Osvaldo, “mostriamo che la musica è un dialogo.” Questi momenti sono lezioni di vita, oltre che di note.
Oltre alla Vivaldi, collabora con associazioni culturali e comuni della zona, da Sale Marasino a Monte Isola, portando la musica ovunque ci sia un cuore pronto ad ascoltare.
Una vita a Gorzone, un futuro in musica
A Gorzone di Darfo Boario Terme, Osvaldo vive immerso nella pace della valle. La sua casa, tra pendii verdi e silenzi rotti solo dal vento, è il suo rifugio e la sua musa.
Qui compone, insegna e sogna. Tra i suoi progetti futuri c’è un nuovo album con Ilaria, un’esplorazione di melodie che uniscano tradizione e innovazione, e una serie di concerti che porteranno la loro musica oltre i confini della valle.
La sua filosofia resta salda: la musica è un linguaggio universale, un ponte tra anime. Lo guida nelle aule, sul palco, nella vita. Ogni nota che suona, ogni lezione che tiene, è un modo per lasciare un segno.
Un’eredità viva
Osvaldo Taddeo è un menestrello moderno che continua a tessere la sua storia.
La sua chitarra risuona ancora, i suoi corsi ispirano, i suoi concerti con Ilaria incantano. Nella Valle Camonica, il suo nome è un faro per chi cerca bellezza e autenticità.
Mentre il sole cala su Gorzone, il suono della sua musica sembra danzare tra le montagne, un’eco di una vita dedicata all’arte e alla condivisione.
Ilaria Giorgi: la voce di un violoncello che entra nel cuore.
Ilaria Giorgi è una violoncellista italiana di Rogno (BG) , con una carriera musicale ricca e variegata. Ha studiato presso il Conservatorio F.E. Dall’Abaco di Verona, dove ha conseguito il diploma tradizionale. La sua passione per la musica si estende a diversi generi, tra cui musica sinfonica, da camera, sacra e persino pop rock.
Ha collaborato con numerosi artisti e orchestre, tra cui l’Ensemble Symphony Orchestra e l’Opera Academy di Verona.
Ha partecipato a progetti innovativi come “Plasti©nation” e “Lux day off”, opere multimediali presentate in prima assoluta. Inoltre, ha preso parte a tour musicali, come il “Fantasma Tour” dei Baustelle e il tour estivo di Riccardo Cocciante.
Ilaria è anche impegnata nell’editoria musicale come socia fondatrice di “Ed. Musicali Orobica” e continua a collaborare in progetti di musica classica, leggera e contemporanea. La sua carriera è caratterizzata da una forte passione per la comunicazione, che l’ha portata a creare uno spettacolo intitolato “COMUNICAZ10N1”, che esplora il tema della connessione umana attraverso la musica.
“COMUNICAZ10N1”
In un mondo che spesso impone conformità, Ilaria Giorgi danza al ritmo del suo violoncello, un’anima unica che sembra provenire da un altro pianeta.
Con ogni nota, tesse una trama sonora che parla di stelle lontane e segreti sussurrati, un linguaggio universale che ha radici nelle stradine silenziose di un piccolo paese, dove la musica dell’universo ha sfiorato per la prima volta il suo cuore.
Fin da giovane, Ilaria ha abbracciato il diverso, scegliendo un cammino non convenzionale: il viaggio, l’arte e soprattutto la musica come strumenti per esplorare il mondo e dialogare con esso.
La società, con le sue rigide aspettative, l’ha spesso giudicata strana—la violoncellista che suona in modi insoliti, la sognatrice che ha abbandonato il nido per inseguire l’orizzonte.
Eppure, ogni ostacolo ha affinato la sua determinazione, trasformandola nell’artista che è oggi.
La musica è diventata la sua voce, il mezzo con cui Ilaria comunica ciò che le parole non riescono a catturare.
Collaborando con artisti di tutto il mondo, suonando con orchestre sinfoniche e gruppi da camera, ha trovato un idioma che va oltre I confini, un ponte verso le emozioni profonde e le connessioni umane.
Ma il suo desiderio di esplorare il mistero della comunicazione non si è fermato al palcoscenico: ha dato vita a “Comunicaz10n1”, uno spettacolo che è molto più di una performance—è un viaggio incantato nel cuore delle relazioni umane.
Il mondo di “Comunicaz10n1”
Il titolo, “COMUNICAZ10N1”, è un enigma che si svela a poco a poco. I numeri “10” e “1” richiamano il linguaggio digitale—un errore di connessione, come il temuto “ERROR: 101” che appare su uno schermo—ma nelle mani di Ilaria diventano una metafora potente: ogni “10” è un passo verso una comprensione più alta, mentre l’”1” finale celebra l’unicità di ogni individuo, il punto di partenza di ogni legame.
Lo spettacolo narra la storia di Giacomo, un bambino che impara a comunicare attraverso le stagioni della vita: dalle prime parole balbettate, cariche di stupore, alle emozioni fraintese dell’adolescenza, fino alla saggezza quieta dell’età adulta.
Ogni scena è un dipinto, un’esplosione di colori che raccontano gioia, dolore e tutte le sfumature intermedie.
Con il suo violoncello, Ilaria intreccia questa storia, lasciando che le corde cantino di amore, perdita e dell’eterna danza tra uomini e donne—un dialogo criptato, come un messaggio inviato al primo amore, in attesa di essere decifrato.
È un riflesso della complessità della comunicazione, dove le differenze si intrecciano in una complementarità misteriosa e affascinante. “Comunicaz10n1” non è solo uno spettacolo: è un invito a guardare dentro di noi, a riconoscere I glitch della nostra connessione con gli altri e a cercarne il significato.
Un coro di anime dietro le quinte
Dietro questo sogno che prende forma sul palco, c’è un coro di voci che ha sostenuto Ilaria.
Suo padre, che le ha messo tra le mani il primo violoncello, le ha donato la bussola della sua vita: la musica.
Suo marito, Jan Nava, è stato il pilastro silenzioso, la fede incrollabile che l’ha accompagnata in ogni passo.
Il loro figlio, con la sua innocenza e il suo candore, le ha ricordato la purezza della comunicazione primordiale.
E poi ci sono gli altri: Alessandro Gaioni, Paola Romagnoli, Orobica Edizioni Musicali, l’Associazione Culturale Vallecamonica, insieme a un ensemble di attori, musicisti e sponsor che hanno trasformato la visione di Ilaria in realtà.
È una sinfonia di talenti, un esempio vivente del potere della collaborazione.
Un invito al cuore
Quando le luci si abbassano e le prime note risuonano, il pubblico trattiene il fiato, pronto a essere trasportato. Ilaria Giorgi, con il suo violoncello come guida, ci chiama a un ascolto più profondo—non solo con le orecchie, ma con l’anima.
Perché è negli spazi tra le note, nel silenzio che segue l’ultimo arco, che scopriamo la vera essenza della comunicazione: un battito condiviso, un sospiro collettivo, un istante di connessione pura e senza filtri. “Comunicaz10n1” non è solo lo specchio della sua arte: è il riflesso di una donna che, contro ogni convenzione, ha scelto di parlare al mondo con la voce del suo cuore.
Un saluto dal vostro prof. Maurizio Ricci
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