Il 5 Ottobre si celebra la “Giornata Mondiale degli Insegnanti”, e mentre scriviamo questa data, la mente corre subito a un volto, a una voce, a quella persona che ci ha fatto amare/odiare la matematica per poi farcela capire, o che ci ha fatto scoprire che la poesia non era solo parole su un foglio.
Ma fermiamoci un attimo. Che figura è, oggi, l'insegnante? Se chiudiamo gli occhi e pensiamo al "maestro" o alla "maestra", forse visualizziamo ancora qualcuno con il gessetto in mano davanti a una lavagna piena di numeri. La realtà, però, è cambiata profondamente. E l'insegnante con essa.
Il Mestiere Più Antico del Mondo: L'Evocatore di Curiosità
Da sempre, in ogni società civile che si rispetti, la figura dell'insegnante è stato il collante. Non solo un trasmettitore di nozioni (le tabelline, i verbi, le date delle battaglie), ma un "evocatore di curiosità". Socrate con le sue domande scomode, i maestri artigiani nelle botteghe rinascimentali, la maestra elementare nell'aula di periferia: il cuore del ruolo è sempre stato lo stesso: “accendere una scintilla”.
Questo è il primo cardine, immutabile: l'insegnante è un facilitatore di scoperte. È colui che non ti dà il pesce, ma ti insegna a pescare, e magari ti fa anche appassionare all'ecosistema del fiume, alla storia della pesca e alla poesia delle onde.
Come è Cambiata la Scuola: Il Mutamento Epocale
Facciamo un salto nel presente. L'aula non è più un'isola separata dal mondo. È un microcosmo iperconnesso che riflette tutte le complessità della società.
Dall'Enciclopedia all’Intelligenza Artificiale: Una volta l'insegnante era il “depositario del sapere”. Oggi, il sapere è liquido e accessibile a tutti con un click. Il suo ruolo, quindi, non è più “contenutistico” ma “metodologico”. Non è "cosa sapere", ma "come cercare, discernere, criticare e utilizzare" le informazioni. In una parola:” educare al pensiero critico”.
L'Inclusione non è più un'Opzione: Le classi sono un caleidoscopio di storie, culture, abilità, Bisogni Educativi Speciali (BES) e Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA). L'insegnante oggi deve essere un po' psicologo, un po' mediatore culturale, un po' esperto in didattica personalizzata. Deve costruire ponti, non solo programmi.
La Fatidica "Alleanza Educativa" (o la sua Crisi): Una volta c'era un patto non scritto: la scuola educa, la famiglia sostiene. Oggi questo patto è spesso in crisi. L'insegnante si trova a dover gestire non solo i ragazzi, ma anche le aspettative (a volte ipercompetitive, a volte assenti) delle famiglie, in un delicato gioco di squadra che non sempre funziona.
L'insegnante del XXI secolo è un “manager della complessità”, un regista che deve coordinare attori, scenografie e copioni diversi, spesso senza aver avuto il tempo per le prove.
I Cardini che Non Tremano: Perché non Possiamo Farne a Meno
Nonostante questo terremoto di cambiamenti, i pilastri fondamentali della figura dell'insegnante restano saldi, anzi, sono diventati ancor più preziosi.
“La Relazione Educativa: La tecnologia non potrà mai sostituire la magia di uno sguardo complice, di una parola di incoraggiamento detta al momento giusto, di una pacca sulla spalla. L'apprendimento passa attraverso una “relazione umana autentica”. L'insegnante è un testimone adulto, diverso dal genitore, che crede in te anche quando tu per primo non ci credi.
L'Esempio Etico e Civile: In un'epoca di opinioni urlate e modelli discutibili, l'insegnante rappresenta un faro di “coerenza, rispetto e onestà intellettuale”. È colui che in classe pratica la Costituzione, che insegna il valore del dialogo, che mostra che si può discutere senza distruggersi. È un allenatore di cittadinanza.
La Passione che Contagia: Un insegnante senza passione è un corpo senz'anima. È quella passione – per la letteratura, per la scienza, per la storia dell'arte – che diventa contagiosa e trasforma un obbligo in un piacere, un dovere in una scoperta. È il motore che muove tutto.
Un Applauso che Dura Tutto l'Anno
Quindi, il 5 Ottobre, non festeggiamo semplicemente "quelli che ci spiegano le cose". Festeggiamo degli “artigiani dell'umano”, dei giardinieri che ogni giorno innaffiano menti e cuori in un terreno a volte arido, a volte fertile.
Festeggiamo la loro resilienza, la loro pazienza infinita, la loro creatività nel trovare nuove strade per arrivare a studenti sempre diversi.
Il loro ruolo è cambiato, si è arricchito, complicato, ma la loro missione rimane la più nobile: “plasmare il futuro, un studente alla volta”.
Auguri a tutti gli insegnanti. Il vostro non è solo un lavoro. È una vocazione. E il mondo, oggi più che mai, ha bisogno di voi.
Un saluto a tutti i colleghi e amici dal vostro prof. Maurizio Ricci
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