“Il Nodo delle Scelte”: un gioco trasformativo per contrastare il bullismo a scuola.



Ciao cari lettori, 

Oggi vi propongo un gioco molto particolare. 


Nelle aule delle scuole secondarie di primo grado, tra corridoi rumorosi e sguardi furtivi, si nascondono storie di esclusione, silenzi imbarazzati e momenti di sofferenza che spesso non vengono nominati. Il bullismo non è solo un atto esplicito di prepotenza: è anche il riso che accompagna un soprannome crudele, il like a un video imbarazzante, il silenzio di chi vede ma non interviene.

Per affrontare questa complessità con sensibilità e concretezza, ho ideato “Il Nodo delle Scelte”, un gioco di ruolo esperienziale pensato per studenti dai 9 ai 14 anni, che trasforma la classe in un laboratorio di empatia, responsabilità collettiva e cittadinanza attiva.

Perché un gioco? Perché funziona

Il gioco è uno spazio sicuro in cui esplorare emozioni, testare comportamenti e comprendere conseguenze “senza giudizi”. “Il Nodo delle Scelte” non punta il dito, non etichetta, non drammatizza. Al contrario: “rende visibile l’invisibile” e offre a ogni studente la possibilità di riconoscersi come parte attiva — non solo come “bullo” o “vittima”, ma soprattutto come "spettatore". 

Perché è proprio lo spettatore, passivo o attivo, a detenere il potere di cambiare la direzione di un episodio di bullismo.

Struttura e obiettivi pedagogici

Il gioco dura circa "60 minuti” ed è strutturato in cinque fasi ben calibrate:

1. Introduzione – Una domanda per accendere la riflessione

“Cosa succede se nessuno fa niente quando qualcuno viene preso in giro?”

Questa domanda innesca una conversazione sul potere delle scelte quotidiane, anche quelle fatte col silenzio.

2. Assegnazione dei ruoli – Segreti che parlano

Ogni studente pesca una carta ruolo (vittima, bullo, spettatore passivo, spettatore attivo) e indossa un simbolo colorato corrispondente, “senza rivelarlo agli altri”. Questa scelta intenzionale simula la realtà: spesso non sappiamo chi soffre, chi agisce o chi tace.

3. Scenari in movimento – Emozioni in azione

L’educatore legge una delle 15 situazioni realistiche di bullismo (esclusione, cyberbullismo, derisione, ecc.). I ragazzi interpretano il proprio ruolo “in modo controllato e rispettoso senza mai oltrepassare i limiti dell’empatia e della sicurezza emotiva.

Questa fase permette di “osservare”, “sentire” e “sperimentare” le dinamiche relazionali che normalmente restano nascoste.

4. Il “Nodo delle Conseguenze” – Tessere e rompere la ragnatela

Con un filo colorato, gli studenti costruiscono insieme una ragnatela al centro del cerchio, legando parole come “solitudine”, “rabbia”, “vergogna”. Poi, uno alla volta, possono “tagliare un filo” con azioni positive: *“ascolto”, “difendo”, “parlo con un adulto”. 

Una metafora potente, visiva, tattile, che mostra come “ogni azione positiva indebolisce la rete del bullismo”.

5. Riflessione finale e Patto di Classe – Dalla consapevolezza all’impegno

La classe formula insieme un “Patto Anti-Bullismo” di tre regole semplici, condivise e firmate da tutti, da custodire nel “Diario del Nodo”. Questo passaggio trasforma l’esperienza emotiva in “impegno concreto”, radicato nella “comunità classe”.

Perché “Il Nodo delle Scelte” è diverso?

- Coinvolge senza traumatizzare: gli scenari sono realistici ma formulati con linguaggio inclusivo e non violento.

- Dà voce agli spettatori: non esiste un ruolo neutrale; chi tace partecipa, chi agisce trasforma.

- Promuove la responsabilità collettiva: non si insegna a “denunciare il bullo”, ma a costruire una cultura del rispetto.

- Lascia traccia: il Diario del Nodo e il Patto di Classe diventano riferimenti visibili nel tempo.

“Il Nodo delle Scelte” non è solo un’attività, ma un’esperienza trasformativa. Ogni studente ne esce con una consapevolezza più profonda: non è mai solo spettatore. È sempre parte della soluzione.

E in un’epoca in cui la connessione digitale rischia di sostituire il contatto umano, insegnare ai ragazzi a guardarsi negli occhi, a scegliere con coraggio e a costruire legami di cura è forse la lezione più importante che la scuola possa offrire.

Un saluto dal vostro prof. Maurizio Ricci


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