LA SCELTA DELLA SCUOLA SUPERIORE

 

Ed eccoci di nuovo a parlare di orientamento scolastico.

In alcuni articoli precedenti avevo affrontato il problema, ora che le decisioni per le iscrizioni sono davvero a breve termine provo a fare il punto della situazione.

Analizziamo le due tesi prevalenti:

Punto di vista 1: È troppo presto per prendere una decisione così importante

Coloro che sostengono questa posizione ritengono che a 13 anni i ragazzi non abbiano ancora la maturità sufficiente per prendere una decisione che influenzerà il loro futuro. A questa età, i giovani sono ancora in fase di sviluppo, sia dal punto di vista cognitivo che emotivo. Potrebbero non avere una piena consapevolezza delle loro abilità, interessi e aspirazioni future. Forzarli a scegliere una scuola superiore potrebbe limitare le loro opportunità di esplorare diverse opzioni e scoprire ciò che realmente li appassiona.

Punto di vista 2: È necessario responsabilizzare i ragazzi con un giusto orientamento

D’altra parte, ci sono coloro che sostenendo che coinvolgere i ragazzi nella scelta della scuola superiore a 13 anni possa essere un modo per stimolare la loro responsabilità e autonomia. Questo approccio offre loro l’opportunità di prendere parte attiva nella costruzione del proprio percorso educativo e di sviluppare competenze decisionali. Un corretto orientamento, fornito da professionisti qualificati, può aiutare i ragazzi a comprendere le diverse opzioni disponibili e ad esplorare i loro interessi e talenti.

Ed ora consideriamo i due protagonisti coinvolti:

Il ruolo della scuola:

La scuola ha un ruolo importante nell’orientamento dei ragazzi verso la scuola superiore. Gli orientatori scolastici possono fornire informazioni sulle diverse opzioni educative, presentare i vantaggi e gli svantaggi di ciascun percorso e aiutare gli studenti a esplorare le proprie inclinazioni e talenti. Inoltre, le scuole possono organizzare incontri informativi, visite a scuole superiori e incontri con studenti e docenti per consentire ai ragazzi di acquisire una panoramica delle diverse opportunità.

Il ruolo della famiglia:

La famiglia svolge un ruolo fondamentale nel processo decisionale dell’orientamento scolastico. I genitori devono creare un ambiente in cui i figli si sentano a proprio agio nel condividere i loro interessi e desideri. Dovrebbero ascoltare attentamente, porre domande aperte e fornire supporto emotivo. I genitori possono condividere le proprie esperienze, offrire consigli basati sulla conoscenza dei talenti e delle passioni dei loro figli e aiutarli a valutare le diverse opzioni educative. La famiglia può anche sostenere i ragazzi nell’esplorazione di opportunità extracurriculari e offrire un sostegno continuo durante l’adattamento alla nuova scuola superiore.

Trovare il giusto equilibrio

Da queste premesse emerge che la scelta della scuola superiore a 13 anni è un argomento molto dibattuto, con posizioni divergenti. Tuttavia, l’adozione di un approccio bilanciato che comprenda un’adeguata consulenza, l’esposizione a diverse opportunità e una certa flessibilità nel percorso educativo può accontentare entrambe le tesi contrapposte. L’obiettivo principale deve essere quello di responsabilizzare i ragazzi senza limitarne le possibilità future, consentendo loro di compiere scelte informate e flessibili, in grado di adattarsi al loro sviluppo personale e alle loro aspirazioni.

Un approccio olistico all’orientamento scolastico dei ragazzi richiede il coinvolgimento attivo in particolare dei genitori come partner integranti nel processo decisionale. La scuola deve sostenere in particolare un dialogo aperto, fornendo informazioni e consulenza professionale, esplorando opportunità e offrendo supporto ai genitori che contribuiscono ad una scelta consapevole e flessibile per i loro figli, consentendo loro di svilupparsi in un ambiente scolastico che rispecchia le loro aspirazioni e interessi.

Avete capito che la mia idea è quella di non abbandonare i genitori, coinvolgendoli solo con sporadiche iniziative ma fare una formazione parallela con i loro figli, perché no, che entrambe i soggetti frequentino la stessa formazione.

I GENITORI A SCUOLA

Mi immagino una formazione alla pari tra genitori e figli, impegnati a condividere esperienze di grande impatto emotivo, adatte a migliorare i rapporti interpersonali tra i componenti della famiglia, a far sedere sui banchi della scuola tutti i protagonisti di questa articolata vicenda, con il supporto di docenti e soggetti utili a chiarire i quesiti e i dubbi di scelte complesse e delicate.

Pensate che meraviglia… i genitori che tornano allievi e i figli che si sentono per un momento alla pari con i loro genitori, senza che vi sia una confusione di ruoli, entrambe le parti genitori e figli sono all’interno di una grande famiglia allargata che è la scuola, con i suoi insegnanti che fanno da garanti ad una corretto sviluppo dell’esperienza orientativa.

Nessun consiglio che giunge dall’alto ma che nasce dalla condivisione di punti di vista che alle volte entrano in disaccordo per mancanza di efficace comunicazione e che le famiglie interpretano come poca capacità valutativa da parte dei docenti e della scuola vissuta come una istituzione distante dalle famiglie alla quale si guarda sempre con sospetto.

Un appello ai genitori:

Fate sentire la vostra voce in modo che la scelta della scuola superiore sia una fase di grande condivisione, di vicinanza tra le famiglie e la scuola, non un’ingerenza nel ruolo dei docenti che va assolutamente rispettato, ma un’aperta collaborazione senza barriere e preconcetti perché i genitori si devono sentire 'allievi' in questa situazione, per trovare il giusto equilibrio emotivo e supportare i propri figli e affiancare la scuola in questa importante e fondamentale fase educativa.



Un saluto dal vostro prof. Maurizio Ricci


Commenti

  1. Ottima analisi. Ma in definitiva l'importante è che i ragazzi studino. Ho visto geometri diventare filosofi e liceali diventare falegnami ma con una marcia in più rispetto al Marengù tradizionale. Una buona scuola, n'emporte quelle, mette le basi per crescere una classe dirigente.

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