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LA PROFESSORESSA MIRIAM E IL POTERE DELL’ ”ASCOLTO SEGRETO”

 


Questo racconto parla di un ragazzo di nome Matteo e della professoressa Miriam. Matteo era un giovane molto sensibile, con una profonda affinità per l’arte e la musica. Amava dipingere e suonare la chitarra, ma purtroppo i suoi compagni di classe non comprendevano la sua passione e spesso lo prendevano in giro.

Questi ragazzi, sebbene non fossero malvagi di natura, erano superficiali nel loro modo di agire. Si sentivano al sicuro nel gruppo, dove ognuno trascinava gli altri, proteggendosi da un senso di impunità. Prendevano di mira Matteo, facendo commenti sprezzanti sulle sue opere d’arte e imitando le sue melodie con tono derisorio.

Matteo si sentiva sempre più solo e disilluso. Non capiva perché i suoi compagni di classe lo trattassero così male solo a causa delle sue passioni. Un giorno, decise di parlare con la sua insegnante Miriam, e Matteo si avvicinò timidamente a lei.

La professoressa Miriam con delicatezza, grazie al suo intuito e alla sua lunga esperienza, capì subito il dolore di Matteo. Decise di sedersi accanto a lui e iniziarono a parlare. Matteo condivise le sue frustrazioni e il dolore che provava a causa delle azioni dei suoi compagni di classe. Miriam ascoltò attentamente e poi con un sorriso disse: “Caro Matteo, la vera forza si trova nell’ascolto e nel dialogo.”

La professoressa Miriam raccontò a Matteo di un antico potere chiamato “ascolto segreto”. Era la capacità di fermarsi prima di giudicare qualcuno, di ascoltare le loro parole e cercare di comprendere le loro emozioni. Miriam spiegò che spesso le persone agiscono superficialmente solo per il timore di essere giudicate a loro volta, ma se si riesce a superare la paura e a comunicare sinceramente, si possono creare connessioni sorprendenti.

Matteo prese a cuore le parole della sua professoressa Miriam e decise di mettere in pratica l’ “ascolto segreto” nella sua vita quotidiana. Il giorno seguente, quando i suoi compagni di classe iniziarono a prenderlo in giro, invece di reagire con rabbia o tristezza, Matteo si fermò e decise di parlare con loro.

Con calma e gentilezza, Matteo spiegò come l’arte e la musica fossero importanti per lui e come queste passioni potessero arricchire le loro vite. Raccontò loro delle emozioni che provava quando dipingeva o suonava la chitarra, cercando di far capire loro la bellezza di esplorare il proprio mondo interiore.

I compagni di classe di Matteo rimasero sorpresi dalle sue parole. Iniziarono a riflettere sulle loro azioni e sul modo superficiale in cui avevano trattato Matteo. Poco a poco, si aprirono all’arte e alla musica, scoprendo che queste forme di espressione potevano arricchire le loro stesse vite.

Da quel giorno in poi, Matteo non fu più oggetto di derisione. I suoi compagni di classe iniziarono a rispettarlo e a chiedere il suo aiuto con i loro dipinti e le loro canzoni. Matteo diventò un punto di riferimento per la classe, dimostrando che l’ascolto e il dialogo possono rompere le barriere e creare un ambiente di comprensione reciproca.

La morale della storia è che il vero potere risiede nell’ascoltare e nel dialogare con gli altri. Giudicare senza riflettere porta solo a divisioni e infelicità. Quando siamo disposti ad ascoltare sinceramente e ad aprire il nostro cuore agli altri, possiamo creare un mondo in cui ognuno si sente accettato e compreso.



Un saluto dal vostro prof. Maurizio Ricci 

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